Thanks for vaselina è uno spettacolo capace di toccare tutti i nervi scoperti della nostra società e riappacificarci con le nostre sgangherate famiglie, con le nostre scombinate adolescenze e disperate esistenze.

Sarà stato che ero in prima fila o sarà stato soprattutto merito del talento degli attori della Carrozzeria Orfeo (in particolare Beatrice Schiros che interpreta la madre), ma sembrava di essere anche a me sul palco, in quella stanza, in quella vita dissociata eppure così comune.

Thanks for vaselina è un balsamo per nevrosi e fragilità con cui combattiamo ogni santo giorno: la disabilità, la dipendenza, l’omosessualità, la paura di invecchiare o di essere troppo grassi e brutti per stare al mondo. E’ così per tutti, è tutto un inestricabile groviglio di vita e morte, di felicità e sofferenza. E’ una lotta per sopravvivere (o per morire), eppure anche in mezzo al campo di battaglia riusciamo a ricostruirci una famiglia.

Ho raccolto un paio di frasi epiche, ma ce ne sono da benedire e santificare lungo tutto lo spettacolo.

“Gli uomini preferiscono il culetto perché così possono fare finta di avere un affare più grande, ma in realtà cercano tutti una donna dietro cui nascondersi”

“Quando ce la darete qualche soluzione voi figli? Sarà sempre colpa di noi genitori? Quando ci perdonerete?”

“Morire dovrebbe essere più semplice”

Ho riso (per tutto il tempo), ho pianto (più di una volta), mi sono emozionata (sulla scena del caffè): Thanks for vaselina, per me sono 5 stelline.

Andatelo a vedere se potete (e se riuscite a trovare i biglietti). Ultima replica stasera a Firenze al Teatro di Rifredi (ore 21). L’ultimo film di Tarantino lo vedrete un’altra volta (può attendere, ve lo garantisco io).

p.s. la visione è particolarmente consigliata a chi non sa ancora pronunciare l’espressione “stepchild adoption” né figuriamoci affrontare fino in fondo il tema delle unioni civili.