Chi perde una bici trova un tesoro. Forse

Ladro-biciclette-firenze

Vietato concentrarsi su ciò che ci è stato tolto, bisogna focalizzare l’attenzione su ciò che ci è stato dato. Quando mi è stata rubata la borsa la prima volta, l’ho vissuto come un lutto, uno dei più grandi tradimenti che la vita poteva farmi. Non era tanto il danno economico a turbarmi, quanto la dipartita della mia preziosissima agenda e l’incolmabile perdita dell’unica borsa nera che si adattava a tutte le situazioni. Quando mi è stata riportata la bici da un generoso collega di ufficio, che aveva inseguito l’improvvido ladro di biciclette e lo aveva convinto a restituire il maltolto, l’ho vissuto come un mezzo miracolo. Ma sapevo che sarebbe successo. L’ingrata bici è stata rubata poche sere più tardi, lasciandomi a piedi in pieno centro a mezzanotte, senza né zucche né carrozze all’orizzonte (né manco principi, se è per questo).

Ho cercato di prenderla con spirito zen. Mentre tornavo mestamente a casa nella moderna versione delle scarpette di cristallo (sandali col tacco da pochi euro, scomodi per definizione), ho cercato di concentrarmi su ciò che quella giornata mi aveva regalato, anziché su quello che mi era venuto a mancare.

Cinque chilometri di buon cammino in piena notte, ad esempio, assaporando a pieno il gusto dell’afa estiva anche in versione notturna. Un paio d’ore ai piani alti su un terrazzo dal quale sembrava di poter toccare il Duomo di Firenze. Una bottiglia di buon vino. Molta brama di vendetta nei confronti del ladro di biciclette fiorentino. Ma alla fine non si intonava alle scarpette di cristallo e ho lasciato andare anche quella.


P.s. Salire su una nuova non preventivata bici, comprata quasi ad occhi chiusi e in 5 minuti, testare freni e pedali, scoprire dove stavano e come si accendevano le luci, mi ha fatta quasi tornare bambina. Ladri di biciclette anti-age.

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