Film terapeutici: Bohemian Rapsody, i Queen e il coraggio che ci manca

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Quando sono andata a vedere Bohemian Rapsody, il film sulla storia dei Queen, l’ho fatto più che altro per ragioni affettive. Sono legata ai Queen per vari motivi, li collego a un periodo particolare della mia infanzia e ad alcuni rapporti familiari in particolare. Conosco tutte le canzoni come si possono conoscere a memoria le poesie imparate alle elementari o altre cose più stupide che per qualche strana ragione restano incise nella memoria di un bambino. Anche se non mi posso definire una super fan, sono andata a vederlo perché amo il gruppo, insomma, non per la sopraffina qualità cinematografica.

Mi aspettavo un film deludente, ne avevo sentite di ogni sull’attore che interpreta Freddy Mercury e temevo il peggio. Sarei curiosa di rivederlo in lingua originale perché secondo me il doppiatore non gli rende giustizia, ma per il resto Rami Malek non è male. Ok nella prima parte del film la smorfia con cui si dice che Freddy mascherasse i possenti incisivi mi ha un po’ lasciata perplessa. Ma la gestualità era talmente somigliante da mettere i brividi. Da fan che conosce già la storia dei Queen forse avrei preferito sapere di più su cosa erano Freddy, Brian, Roger e John prima di diventare leggende. Ma tutto sommato non mi ha delusa. Ciò che non mi aspettavo, però, è stato l’effetto terapeutico del film e non solo per il potere lenitivo della musica. Bohemian Rapsody può essere letto in tanti modi e certo uno dei messaggi è quello che solo la famiglia e i legami veri ti salvano da te stesso. Ce n’è un altro che però ho sentito più mio.

Come chi mi conosce forse sa già, periodicamente ho bisogno di sfidare me stessa, mettendomi in imprese più grandi di me (ne ho parlato qui, ad esempio). Ogni volta però capita un momento in cui, a pochi metri dal traguardo, la fatica sembra insostenibile e mi chiedo perché lo faccio e se non abbia mal calcolato le mie capacità stavolta. Ecco, rivedendo la storia di Freddy Mercury e dei Queen mi sono risposta che è giusto farlo. Bisogna osare, avere il coraggio di fare scelte che gli altri non capiscono o non approvano. Solo così si va avanti, solo così si può migliorare se stessi. Se non provi a fare un salto, non andrai mai oltre l’ostacolo. Se vuoi fare qualcosa di straordinario, devi gettarti in un’impresa straordinaria. Chiunque ha fatto qualcosa di grande nella storia, lo ha fatto rischiando sulla propria pelle, lottando fino alla fine. La politica dei piccoli passi può andare bene per la sopravvivenza. Per vivere davvero bisogna essere capaci di saltare nel buio. Sperando che ci sia qualche faccia amica nei paraggi, just in case.

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