Le prime cose che gli altri notano di voi? Non sono quelle che pensate

cose che gli altri notano di voi

Sapete quali sono le prime cose che gli altri notano di voi? Io ci ho fatto uno studio. Non che me ne sia mai fregato granché, ma essendo un’amante dell’osservazione sociologica, rappresento anche il mio primo ambito di ricerca, quello più a portata di mano possibile. Osservo me stessa attraverso gli occhi degli altri. E noto cose che mi sorprendono. Alla fine del salmo, le cose che gli altri notano di me più spesso si possono racchiudere in questi tre grandi filoni:

  1. Sono quella che ride sempre

Condivido questa condanna con mia sorella. Si vede che deve essere una questione genetica. Non so perché vengo tacciata di “ridere sempre”, non mi pare di farlo. Rido quando sono contenta, fondamentalmente. Rido quando qualcuno fa una battuta, a volte rido anche se la battuta è triste, per non far sentire ancor più triste chi l’ha fatta. Ma di base non rido per convenienza o perché “ho una paresi facciale”, altra simpatica cosa che mi è stata detta più volte nel corso di tre decenni buoni. Forse il trucco è che sono sempre stata serena con me stessa, nonostante tutti i difetti che mi riconosco. Probabilmente è merito dei miei genitori (e si spiegherebbe anche l’anomalia riscontrata in mia sorella) che mi hanno ripetuto fin da piccola che sarebbero stati fieri di me qualunque cosa avessi fatto, purché ne fossi felice.

  1. I capelli. E ancora non ho capito di colore siano

Da piccolina ero convinta di essere bionda. O meglio: ero talmente desiderosa di essere bionda che cercavo di convincere me stessa e gli altri di ciò. Mi disegnavo sempre con i capelli gialli nei ritratti di famiglia e mi arrabbiavo moltissimo quando amici e parenti dicevano ai miei “oh che carine, una bionda e una mora”, riferendosi a me e mia sorella. Raggiunto il traguardo della prima elementare ho anche raggiunto la consapevolezza di essere castana. In tempi recenti però mi hanno dato più volte della rossa. Boh. Una vita di incertezze tricologiche.

  1. I tacchi

Li porto quasi sempre, è vero, anche se non sempre vertiginosi. Credo di non avere nel mio arsenale un paio di scarpe che possano essere considerate normali: mi sembrano uno spreco di tempo e di denaro. Ma sono pur sempre scarpe, stanno ai piedi. Possibile che una cosa che sta così in basso possa essere tra le prime che si nota nella mia persona? Mah.

Certo, queste tre cose sono pur sempre meglio di quelle che presumo sempre che saltino all’occhio subito di me: che ho sempre qualcosa fuori posto, qualche chilo di troppo, qualche brufolo inopportuno, i capelli perennemente in guerra e mai a posto con la loro coscienza. Ultimamente ho registrato anche qualcuno che mi ha apostrofata come “austera” o “persona seria”. Ma non sono sicura che sia un risvolto positivo nella mia personale evoluzione.

C’è ancora molto da lavorare per far combaciare ciò che gli altri notano di me con ciò che vorrei che notassero: la brillantezza delle idee, la capacità di risolvere problemi, il mezzopienismo del bicchiere sempre e comunque, il senso dell’umorismo. Sì, c’è ancora strada da fare. Probabilmente a partire dalle mie bacatissime idee.

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