Da Van Gogh a Chagall e Fontana: Bellezza Divina a Firenze

Van Gogh a Firenze Palazzo Strozzi

La Pietà di Van Gogh a Firenze, aspettando Francesco

Apre domani a Firenze una delle mostre più attese del 2015: Bellezza Divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana, un vero e proprio viaggio nell’arte sacra tra metà ‘800 e metà ‘900, attraverso diversi movimenti artistici, due guerre mondiali, conflitti interiori degli artisti e dei popoli. Oltre cento le opere raccolte a Palazzo Strozzi, grazie a partner prestigiosi tra cui l’Arcidiocesi di Firenze.

Pietre miliari in questo percorso le opere di alcuni degli artisti italiani più noti tra cui Domenico Morelli, Gaetano Previati, Felice Casorati, Lorenzo Viani, Gino Severini, Renato Guttuso, Lucio Fontana, Emilio Vedova e internazionali, come Vincent van Gogh, Jean-Francois Millet, Edvard Munch, Pablo Picasso, Max Ernst, Georged Rouault, Henri Matisse.

Passeggiare attraverso le sale significa rendersi conto del mutamento del rapporto tra l’arte e la religione nel corso di un secolo: l’arte sacra scende dagli altari ed entra nel dibattito artistico tra Ottocento e Novecento, riproponendo al tempo stesso i grandi temi che accompagnano da sempre la religione.

Pensata nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione della visita di papa Francesco a Firenze, il prossimo novembre, Bellezza Divina va oltre il tema religioso per raccontarci l’umanità in senso lato. Lo fa attraverso l’Angelus di Jean-Francois Millet, eccezionale prestito del Museé d’Orsay di Parigi, ma anche attraverso la Pietà di Vincent van Gogh, dove il Cristo prende le fattezze dell’autore stesso, opera particolarmente significativa in quanto una delle poche a tema religioso di Van Gogh, dipinta proprio pochi giorni prima del suicidio. E ancora: attraverso la Crocifissione di Guttuso, dipinta durante la Seconda Guerra Mondiale, che ricorda il grido di dolore della Guernica di Picasso, la Crocifissione bianca di Marc Chagall (l’opera preferita di papa Bergoglio), o L’entrata di Cristo in Gerusalemme rivista in chiave moderna da Giovanni Costetti, con le ciminiere del Nuovo Pignone di Firenze sullo sfondo.  Continua a leggere su GazzettadiFirenze.it

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