Lavorare per sopravvivere, sopravvivere al lavoro

lavoro duro

E’ altamente probabile che entro qualche mese mi ritrovi senza un capello in testa e con le occhiaie fino al mento (sono già a buon punto). Ma felice. Chi mi conosce un minimo lo sa che sono un po’ malata per il lavoro e che gongolo quando ne ho troppo, sguazzo nello stress, mi esalto quando devo correre da una parte all’altra della città o della regione. Vivo con il cellulare perennemente scarico e il caricabatterie attaccato al collo, mi trascino dietro una borsa da mezzo quintale con tutto il necessario per la stretta sopravvivenza (occhiali, bancomat, computer). Ogni tanto prendo qualche porta in faccia. Ma vado avanti a testa bassa, seguendo pochi sani principi sul lavoro.

Primo: organizzarsi bene

Chi lavora nelle pubbliche relazioni e negli uffici stampa sa che l’organizzazione è tutto. Dopo un paio di settimane di comunicati salvati in cartelle a caso, notule mal numerate e biglietti da visita dimenticati qua e là la tua vita è destinata all’implosione. Provaci tu a ricercare il virgolettato del tale professore di cui non mi ricordo il nome salvato sotto l’insegna “Appunti di oggi”, quando un giornalista te lo richiederà un mese dopo.

Secondo: non rimandare a domani

Chi rimanda a domani è perduto: perché domani ti capiterà sicuramente qualche altro milione di cose non rimandabili.

Terzo: provarci sempre

Se credi in un progetto, portalo avanti con orgoglio. Anche se devi promuovere l’ultimo degli sconosciuti o l’invenzione più esilarante che ti sia mai capitata per le mani. Potresti sempre imbatterti in qualcuno che condivide il tuo entusiasmo: il mondo è fatto di persone, creature misteriose.

Quarto: non mollare mai

Vietato soccombere, anche quando ti prendono i 5 minuti in cui butteresti il cellulare nel fiume e correresti a rintanarti in un buco in montagna in letargo.

Quinto: condividi i tuoi successi

Quando ti succede qualcosa di bello, festeggia. Chi ha avuto il coraggio di starti accanto mentre portavi a casa il lavoro si merita una buona cena e una buona bottiglia.

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