I cinque comportamenti più irresponsabili da tenere in bici

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Qualche tempo fa sono stata fermata e trattata come una criminale da un ligio rappresentante della Polizia Municipale per un’infrazione che a mio avviso era piuttosto innocua. L’episodio mi ha perseguitata per qualche giorno, perché quando trovo qualcuno che oppone in tutti i modi resistenza alla logica utilizzando come unico argomento che le regole sono regole e l’arroganza come unico registro mi imbestialisco. Non riesco ad arrendermi all’idea che certe persone siano totalmente incapaci di accendere il cervello e portare a termine un ragionamento per conto proprio, senza fare appello a ciò che è stabilito da leggi, decreti legge, disposizioni di qualche autorità superiore. Mi pare che ci si scordi sempre che sono state scritte da persone, dotate di un cervello e di un’anima, per rispondere ad esigenze di carattere generale. E che pertanto possono contemplare eccezioni, diversi livelli di tolleranza e via dicendo.

Se in una società sparisce il buon senso chi scriverà le leggi? Ma sto divagando. Potrei continuare a lungo portandovi l’esempio del semaforo rosso in mezzo al deserto che tanto mi aprì la testa all’università, prima lezione di Antropologia culturale (risponderò in privato solo agli interessati al ragionamento complesso, astenersi perditempo).

Vado al punto. Tutto ciò ha avuto l’effetto di farmi riflettere su comportamenti davvero irresponsabili che ho tenuto in bici nel corso della mia pluriennale carriera di ciclista urbana e che mi sento con tutto il cuore di sconsigliare ai miei confratelli.

Andare in giro in bici senza fari

Lo so che può sembrare banale, ma credetemi, non lo è. E lo so che le Dinamo non vanno più di moda e invece vi portate appresso quelle lucette comprate dai cinesi quando ve ne ricordate. Ma ricordatevene. E ricordate che la giornata di un ciclista è ricca di incognite. Magari pensavate di tornare a casa entro il tramonto, ma un incontro inaspettato vi ha trattenuto per l’aperitivo e poi per il secondo aperitivo e poi per la cena e poi andate a casa barcollando senza luci che segnalino la vostra instabile presenza sulla strada. Mettete queste cavolo di lucette in borsa o nello zaino: vi salveranno dal prossimo comportamento irresponsabile da tenere in bici.

Questionare con gli automobilisti

Male, malissimo. Non mettevi MAI a discutere con un automobilista. Personalmente mi è capitato una volta che un automobilista mi ha gentilmente (tipo a 120 decibel massimo) fatto notare che non avevo i fari. Essendo una donzella, per di più in gonna, dopo 10 minuti che mi seguiva con la macchina urlando che voleva proprio darmi una lezione, ho cominciato a temere per la mia incolumità. E mi è toccato seminarlo prendendo una strada in contromano.

Contromano in bici, si può?

Questo comportamento può sembrare innocuo, quando la strada è piuttosto larga e poco trafficata. A volte è perfino consentito. Ma il Codice della Strada è cambiato talmente tante volte negli ultimi anni che non me la sento di darvi una certezza sul qui e ora. Ricordatevi sempre una cosa: dietro l’angolo (letteralmente) potrebbe celarsi un altro contromanista. Magari in scooter.

Sfidare monopattini e pedoni

Sempre per la serie “vivi e lascia vivere”, non sfidate chi è più forte di voi, anche se quel giorno vi sentite invincibili. Adottate il vecchio adagio di dantesca memoria: non ti curar di loro, ma guarda e passa. Vi sono nel cuore: a volte capita di sentir crescere dentro di sé lo spirito del giustiziere delle piste ciclabili. Ma tenete presente che – sebbene sia il vostro territorio – siete sempre l’anello debole della catena alimentare. Ahimé.

L’importanza di chiamarsi freni

Casomai poi vi venisse davvero voglia di sfidare un monopattino o un pedone indomito, il vostro miglior alleato si chiama freno. Riguardateli, fanno sempre comodo. Non sempre il supereroe che è dentro ogni ciclista può essere tenuto a freno. Appunto.

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