Le lasagne di Cicerone e altre cose che ho imparato (non) studiando il vino

corso fisar per diventare sommelier

Cicerone era ghiotto di lasagne, gli etruschi andavano matti per i maccheroni, i greci amavano i molluschi e il modo di servire le singole portate in successione è di derivazione russa e risale al XIX secolo. Prima di allora le pietanze si affollavano tutte sulla tavola senza un ordine preciso e la contaminazione tra dolce e salato era ammessa e frequente.

Quando mi sono iscritta al corso Fisar per diventare sommelier non avevo un’idea esatta di ciò a cui sarei andata incontro. Ma di sicuro non mi aspettavo di venire a sapere dove si producono le migliori patate per fare gli gnocchi e dove il miglior riso. E invece. Ci sono un’infinità di cose utili che ho imparato, al di là del vino (più del vino?). Ad esempio che in Italia consumiamo una media di 25 kg di pasta all’anno a testa. O la ricetta esatta della besciamella, sai mai che un giorno dovessi trasformarmi in una massaia come si deve.

Il tonno e l’oca

Forse non sapevate che il tonno è un apolide del mare e può percorrere fino a 40 km al giorno in acqua, con la sua mole. O che la faraona è classificata come “carne nera” (e ancora non me lo spiego). Non sempre gli affettati si abbinano a vini rossi e in Lombardia e Veneto si fanno salumi dall’oca, tradizione ebraica anticamente importata da popolazioni dell’Est Europa.

British ma non troppo

L’Ansonica, invece, è stato portato in Maremma dai braccianti provenienti dalla Sicilia, dove si chiama Inzolia. E la zuppa inglese non è affatto inglese, ma di origine toscana: era il dolce che la servitù preparava per le signore britanniche che venivano in vacanza nel Chiantishire, già a partire dall’Ottocento (o almeno così narra una delle svariate leggende).

Vinsanti e pellegrinaggi

Nell’arco di un anno e mezzo di corso Fisar per diventare sommelier ho messo in ponte mille viaggi su e giù per l’Italia e nel mondo, scoprendo che esiste ad esempio una frazione di Torrita di Siena dove a dicembre si fa la festa al vinsanto. Cosa ancor più sorprendente: alcuni di questi viaggi li ho anche fatti.

Ostriche vs Champagne

Ho tirato giù la statua del tiranno Dom Perignon e cominciato a sventolare con orgoglio la bandiera delle bollicine italiane. Ho visto cadere anche il mito dell’abbinamento ostriche e champagne e imparato che il matrimonio tra bistecca alla fiorentina e rosso toscano non sempre è solido come sembra.

Amaro calice

Credo che passerò il resto dei miei giorni a cercare di convertire gli infedeli ad abbinare un vino dolce al dessert. O forse basterà aspettare qualche anno perché ritornino di moda gli spumanti dolci, un po’ com’è successo per i bistrattati vini rosati.

Ma probabilmente la lezione più importante che l’ho appresa dando l’esame. O meglio nell’attesa, parlando con altri condannati al patibolo. C’è gente che passa una vita con un solo interesse. Non sono io. Parafrasando lo slogan, ti iscrivi al corso Fisar per diventare sommelier per dare un senso alla tua passione, lo porti a termine per cominciare finalmente a bere in santa pace. Da lì comincia un altro viaggio.

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