L’unica cosa che possiamo allenare in quarantena

libertà quarantena

Ho notato che ogni volta che scrivo qualcosa vengo ricambiata con una serie di messaggi, telefonate, pensieri carini. Mi ha fatto pensare che i miei post siano interpretati come la richiesta di aiuto di una persona disperata. Probabilmente e inconsciamente, in parte lo sono e vi ringrazio per la solidarietà (continuate, vi prego!). Ma la necessità a cui assolvo scrivendo è soprattutto un’altra: mi interessa poter condividere un’idea, la possibilità di raccontarla e vedere se là fuori nel mondo c’è qualcun altro che per caso ha pensato la stessa cosa. Ha a che fare con la libertà di espressione.

In questo periodo di cattività ho riflettuto molto sul concetto di libertà. Tempo fa ne avevo già parlato qui. E mi sono resa conto che ciò che adesso ho un concetto di libertà del tutto diverso. Ho visto un documentario in questi giorni (a cosa porta la quarantena) in cui un artista russo identificava la libertà con i grandi spazi aperti dove nascondersi da uno Stato invadente. Ho fatto un corso dell’Ordine dei Giornalisti in cui il concetto filosofico era declinato sui colleghi che hanno dato la vita pur di salvaguardare la libertà di informazione.

Libertà: quando la avevamo non ci sembrava di averla, adesso che l’abbiamo persa non sappiamo esattamente che cosa ci manca.

Molti interpretano questa mancanza con cose concrete di cui sentono il bisogno: mi manca la cena al ristorante, l’abbraccio di un amico, il sorriso dietro la mascherina, mi manca viaggiare, andare a fare la spesa all’ultimo minuto prima che chiuda il supermercato.

Io non credo che sia questo ciò che ci manca davvero. Credo che ci manchi la libertà di scegliere. Fin qui avevamo vissuto pensando che la vita fosse nelle nostre mani, che avremmo potuto rivoltarla come un calzino se solo avessimo voluto. Abbiamo creduto che avremmo potuto mollare tutto per trasferirci in un altro luogo a scelta del pianeta, aprire un’attività dall’oggi al domani e seguire il nostro sogno, fare a pezzi tutto e ricostruirlo infinite volte, fino a dargli una forma più simile a ciò che avevamo in mente. La libertà di cambiare idea: ecco cosa ci manca. La libertà di decidere di noi stessi, di diventare quello che vorremmo essere, buttando via tutto, se necessario, per ricominciare da capo.

Non so se quando sarà finito tutto questo avremo la forza di ricominciare da capo o se saremo atrofizzati da mesi di inedia e di ibernazione dei sentimenti. Certo, saremo tutti un po’ fuori allenamento, ci vorrà del tempo per ritrovare il coraggio di andare in battaglia. Qualcuno si lascerà andare e ce lo perderemo per strada. In attesa del rilascio credo che mi terrò in forma allenando l’unica cosa che mi è concessa: la libertà di sognare, di immaginare un futuro diverso e le mille scintillanti possibilità che mi si apriranno “dopo”.

4 thoughts on “L’unica cosa che possiamo allenare in quarantena

  1. Bellissima riflessione. La rigiro in chiave ottimistica: e se ci stessimo accorgendo che in questi giorni abbiamo molte meno costrizioni “da prestazione” che nella vita di sempre?

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