Perché nessuno parla del nuovo sindaco di New York

Eric Adams nuovo sindaco New York

Perché nessuno parla del nuovo sindaco di New York Eric Adams? Un tempo la maratona elettorale di New York avrebbe riempito le pagine dei giornali e i servizi televisivi. A questo giro è stata messa in sordina, relegata in qualche sporadico servizio a pagina 10 o qualche finestra laterale dei siti web. Certo, se n’è parlato a cose fatte. Ma nemmeno più di tanto. Eric Adams, ex poliziotto di colore cresciuto a Brooklyn che diventa sindaco di New York, è stato oscurato dalla pandemia e dalla Cop26 in corso a Glasgow.

Ma com’è possibile? New York è pur sempre una delle città più importanti al mondo. O no? Stiamo parlando di New York, The City che non ha neanche bisogno di essere chiamata per nome per essere evocata, basta una Mela o una sigla con accanto un cuoricione rosso. La Città che non dorme mai, quella che ha dato i natali a Trump e Lady Gaga, quella eletta da John Lennon come dimora (ultima), che ha anticipato le rivoluzioni culturali del mondo occidentale, che ha fatto emergere il talento di Andy Warhol e Basquiat, quella dove sono girati buona parte dei film che passano sui nostri schermi, quella di Liza Minnelli e Colazione da Tiffany. Insomma, New York.

Quando è stato eletto sindaco Bill De Blasio i giornali italiani erano un tripudio di stelle e strisce. Mi è stato detto che è perché c’era dell’italianità nel suo cognome e gli italiani sono provinciali. Sì, è certamente vero. Siamo un popolo provinciale e i media spesso rispecchiano questo nostro tratto comune. Ma di solito siamo anche molto bravi a intercettare i nuovi trend e cavalcarli.

E allora, Eric Adams non è notizia. Punto. Eppure è nero: quanto è passato dall’apice del movimento Black Lives Matter? Mi volete dire che non fa notizia un sindaco nero, seppur di New York, in un paese che ha avuto un Presidente nero? Ma non prendiamoci in giro: all’indomani dell’elezione di Biden si parlava solo della sua vice Kamala Harris, come una grande rivoluzione culturale. E non solo perché è donna, ma soprattutto in quanto donna di colore.

Avendo appena chiuso The Force, di Don Winslow, a me il fatto che il nuovo sindaco di New York sia “a man of the Job” ha fatto un certo effetto. Possibile che a nessun altro abbia fatto scattare qualche riflessione? Quanto tempo è passato dall’ultima volta che un poliziotto Usa ha ucciso un giovane di colore per strada?

Eppure. Forse la risposta sta nella prima domanda. New York è ancora una delle città più importanti del mondo? Forse non è più così. Ma allora dovremmo cominciare a porci molte altre domande. Come si stanno ridisegnando gli equilibri mondiali? Da dove partiranno le prossime rivoluzioni culturali? Dove nascerà l’artista che lascerà il segno? Dove ambienteremo i nostri prossimi film e quindi i nostri prossimi sogni?

Personalmente ho cominciato a chiedermelo ieri. Non ho una risposta. Ma passerò i prossimi mesi a cercarla.

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