Vini da supermercato. Seguitemi, sarò la vostra guida tra gli scaffali

vini da supermercato

DISCLAIMER: nessun termine tecnico dell’enologia è stato maltrattato per scrivere questo testo. Non ne ho usato volutamente nemmeno mezzo. Ma li trovate ovunque a buon mercato (per restare in tema).

Bistrattati, etichettati come commerciali (peggior offesa possibile tra i radical chic), considerati come seconda scelta ma anche ultima chance salvifica per portare qualcosa a casa di amici dove avete deciso di presentarvi all’ultimo minuto: sono loro, i vini da supermercato.

C’è chi li considera il demonio, chi li rifugge come una malattia contagiosa e chi invece se ne nutre in maniera del tutto inconsapevole, andando incontro ad alterne fortune. Ecco, è a voi che parlo. A voi che avete una cantina a temperatura controllata in casa e vini sotto chiave per le grandi occasioni, ma non li volete aprire di lunedì sera quando siete da soli a casa davanti all’ultima serie di fantascienza. No, per quelle serate lì cercate qualcosa di low profile, ma che non vi lasci con l’amaro in bocca (letteralmente).

Vi voglio aiutare, dall’alto di un’esperienza pluriennale nel campo della ricerca tra gli scaffali del supermercato senza sensi di colpa e senza pregiudizi. Vi dirò come scegliere, cosa aspettarvi, in quali rischi incorrete e come salvarvi. Condividerò la mia conoscenza di etichette commerciali senza temere l’onta dell’esclusione dal club dei radical. Perché in fondo, cosa c’è di più radical che frugare nei bassifondi del supermercato e portarvi in tavola un vino da 4 soldi e tante gioie?

Eccomi con la prima puntata. Primo criterio per scegliere, se non conoscete né il produttore né il vino: il prezzo. Sì, sembra scontato ma non lo è. O meglio, talvolta è pure scontato del 20-30% e sono occasioni da prendere al volo ma con un criterio: mai sotto i 10 euro di partenza.

E’ la mia asticella minima per i vini da supermercato. Sotto i 10 il rischio di incorrere in delusioni è pesante. Se state sui 10-12 euro è già una mezza garanzia. Meglio ancora 14-16 euro, che è sempre una cifra accettabile per un vino in grande distribuzione.

Vi presento la mia ultima scoperta.

vini da supermercato

Giogo

Il Poderone (che peraltro è pure una cantina sostenibile, afferente alla società cooperativa Terre dell’Etruria)

Morellino di Scansano prodotto nella cantina di Magliano in Toscana

Annata 2022

14% eppure al naso è discretamente agile e alla vista tutt’altro che impenetrabile come molti nella sua categoria, lascia passare molta luce ed è di un bel colore ciliegia sotto spirito.

La prima cosa che mi ha colpito è stata il sentore di marmellata di more al naso quando ho annusato il tappo. Non è una cosa insolita, ma era decisamente spiccato e pulito come odore del tappo. Prometteva bene. La bottiglia non ha tradito.

Trovato in offerta a 6 euro e qualcosa anziché poco meno di 10.

Io dico che vale assolutamente la pena. Non è uno di quei vini che vi ricorderete per sempre probabilmente, ma è uno di quegli amici fedeli per le serate solitarie con piatti cucinati un po’ a caso con quello che trovate nel frigo. Come il nero, va su tutto: fagioli, verdure speziate, formaggi non troppo stagionati, primi piatti di carne o con sughi di verdure. Non chiedetegli troppo nei confronti della carne, non sperate che vi accompagni il filetto al pepe verde. Ma una scaloppina la regge. Non lo tentate con il fritto, sarebbe tempo perso. I piatti troppo complessi non sono il suo, ma anche come aperitivo vi può dare delle soddisfazioni. Dategli fiducia e vi restituirà calore e compagnia.

p.s. faccio molte scoperte al ristorante, in enoteca, alle degustazioni, alle fiere di settore, ai milioni di press tour che mi capitano tra le mani sotto forma di calice. Ma quelle ve le racconto in altri modi e momenti. Se siete curiosi, restate connessi.

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