I 5 errori più comuni di un addetto stampa

cosa fa ufficio stampa 2.0

Miracoli dell’età moderna: professionisti, manager e titolari di qualsivoglia attività si stanno accorgendo dell’importanza di avere un ufficio stampa, possibilmente in grado di coprire anche quella nebulosa branca del mestiere che finisce sotto il nome di Social Media Management. Conseguenze: gli addetti stampa 2.0 proliferano in ogni angolo del web, su Linkedin c’è un esercito di social media strategist, di esperti di WordPress, di presunti maghi della web reputation.

Eppure, quando si va al sodo, c’è ancora qualche addetto stampa che non conosce l’uso del BCC/CCN e continua a mettere gli indirizzi mail in chiaro quando invia i propri comunicati stampa. Anche se sei il Merlino di Facebook, c’è il rischio di scivolare su uno dei cinque errori più comuni per un addetto stampa 2.0.

  1. COPIA CARBONE NASCOSTA, QUESTA SCONOSCIUTA

Migliaia di anni di evoluzione della specie e ancora qualcuno copincolla tutti gli indirizzi mail in bella vista quando invia un comunicato. Mandando su tutte le furie i giornalisti più snob, quelli che se proprio ti devono dare un contatto ti sganciano malvolentieri il centralino della redazione e si ritrovano così alla mercé di colleghi invisi e approfittatori (in ogni indirizzario che si rispetti c’è sempre una quota di abusivi). E’ ora di fare amicizia con quella seconda casella chiamata BCC o CCN. Di solito si trova proprio sotto a quella con scritto A.

  1. FOTO: TROPPE O TROPPO POCHE

Per un addetto stampa 2.0 spesso le foto sono più importanti delle parole. Se non mandi immagini c’è il rischio che il tuo comunicato stampa finisca nel cestino senza possibilità di appello. Spinto da questa consapevolezza e/o dall’incapacità di scegliere c’è chi manda immagini a grappoli, ad altissima risoluzione: un altro modo efficace per essere etichettati come spam. Cerca di trovare una via di mezzo: 2 o 3 belle foto sono più che sufficienti. Per il resto metti un link ad una cartella di Dropbox o al tuo spazio su Flickr.

  1. LE (PRIME) PAROLE SONO IMPORTANTI

Ebbene sì, c’è ancora qualche presunto addetto stampa che manda mail prive di oggetto (giuro). E poi non si spiega perché non arrivino. Una distrazione può capitare a tutti, ma anche se hai mille cose da fare e poco tempo da perdere, spendine il più possibile ad elaborare un breve testo che attiri l’attenzione. Non importa dire tutto nell’oggetto della mail, bastano poche parole in grado di stuzzicare la curiosità del lettore. Tieni conto che stai comunicando con qualcuno a cui generalmente arrivano decine e decine di mail al giorno. Piccolo suggerimento: i giornalisti amano i numeri, le statistiche e le metafore semplici. Non dare per scontato che sappiano di chi/cosa stai parlando, cerca sempre di raccontare le cose come se dovessi spiegarle a un bambino di 6 anni (spesso il livello di attenzione è quello lì).

Vedi anche Cinque semplici modi per farsi cestinare il comunicato stampa

  1. SAVE THE DATE (AND THE FACE)

La cosa peggiore in assoluto che può fare un addetto stampa, però, è dare per scontati data e luogo dell’evento che stai promuovendo. E ti assicuro che capita spesso di leggere comunicati stampa in cui si dice il giorno ma non l’orario o viceversa.

  1. SPONSORIZZATI E CONTENTI

Sponsorizzare se stessi è un altro errore in cui cadono in molti. Spammare ai contatti professionali la recensione (magari anche autoprodotta) del tuo libro/blog/ristorante/corso online non è la migliore delle strategie. L’autopromozione piace poco e funziona ancora meno.

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Photo credits: Gratisography

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