Fare figli o non farli, è sempre una questione di egoismo. O no?

fare figli

Ipotesi: fare figli o non fare figli è sempre una questione di egoismo. Spero di non offendere nessuno e, anzi, mi aspetto di essere smentita. Ma da quando ho varcato la fatidica soglia dei 30 anni mi trovo spesso in mezzo a due fazioni contrapposte: chi vuole riprodursi e chi no. E ognuno cerca di convincermi della bontà della sua tesi con argomentazioni che mi lasciano con il dubbio.

Sì certo, fare un figlio è una scelta generosa sotto tanti punti di vista. Ma assieme all’amore sconfinato che insorge quando una persona scopre di aspettare un bambino, nasce anche una serie infinita di ingiustificate aspettative nei confronti della creatura. Conosco madri che hanno comprato il tutù alla bimba o l’hanno iscritta all’asilo bilingue ancor prima che venisse alla luce. E padri che hanno regalato la moto, il pallone o la maglia da calciatore al figlio prima ancora che stesse in piedi sulle sue gambe.

Prima ancora di poter esercitare il diritto di parola – figuriamoci di scelta – il giovane virgulto della famiglia è già vittima di ambizioni frustrate e desideri reconditi dei familiari. Certo, il desiderio di tramandare i propri geni è legittimo (e meno male che resiste), costruire una famiglia con una persona amata è ancora più bello. Ma non mi venite a parlare del “grande gesto d’amore”, perché molte volte è un gesto d’amore verso se stessi o verso il partner.

Mi rifiuto di toccare l’argomento separazioni e divorzi perché credo che ormai abbiamo capito tutti che la famiglia non è più quello che secoli di catechismo ci hanno tramandato (se mai lo è stata). Siamo più felici oggi, che abbiamo ottenuto il sacrosanto diritto di non piegarci a corna, compagni violenti o mogli tiranniche oppure siamo diventati tutti più individualisti? E anche se fosse, è davvero un male?

D’altro canto, chi sceglie di non fare figli, viene spesso accusato di egoismo. C’è chi onestamente ammette di non voler cambiare le proprie abitudini, indefesso nelle proprie uscite, bevute, giornate senza orari definiti. E viene bollato come immaturo o eterno Peter Pan.

C’è chi più o meno onestamente dichiara di voler dare la precedenza alla carriera, ritornello dietro il quale spesso si nasconde qualche difficoltà nell’avere figli o qualche dubbio sul con chi farli.

E poi ci sono loro, i miei preferiti, quelli che “in questo mondo non me la sento di dare alla luce un figlio”. Mi fanno sempre venire in mente “Idiocracy”, film di fantascienza basato sul detto universalmente noto che “la mamma dei cretini è sempre incinta”, che mostra le conseguenze sul lungo periodo del mood “non ce la sentiamo”. Ecco, sono loro i veri egoisti. Persone intelligenti, curiose, premurose, empatiche. Sarebbero genitori perfetti ma si tengono per sé tutti i loro pregi. Potrebbero produrre e allevare cittadini modello, coscienziosi e capaci di rendere il mondo un posto migliore, ma si rifiutano di farlo. Condannandoci tutti quanti all’idiocrazia.

E io da che parte sto? Ancora non l’ho capito e immagino che questo mi collochi a pieno titolo nel girone degli immaturi senza speranza di evolversi. Quando alla mia domanda sul “perché fare un figlio” qualcuno mi risponde “non c’è cosa più bella” oppure “è il senso della vita”, la mia reazione è più o meno: “in che senso?”. Sono una perfetta rappresentante dell’egoista inconsapevole, una piaga della società contemporanea. Spero solo che l’evoluzione della specie umana sia più veloce o più furba di quelli come me e riesca a trovare un modo per aggirarci. Forse basterà la semplice estinzione.

4 thoughts on “Fare figli o non farli, è sempre una questione di egoismo. O no?

  1. Fare figli significa rischiare con la vita di altri per la propria gioia, per il proprio desiderio, e dare ai figli come unica certezza la morte. I rischi si corrono per forza ma un conto è una volta che si è in vita e si ha un istinto e si va avanti. Mettere al mondo qualcosa che non ha necessità di esistere, senza chiedere se vuole nascere, senza sapere che vita lo aspetta, è irrazionale ed egoistico.
    Conosco le tante solite obiezioni a questo discorso ma non ne condivido nessuna.

  2. purtroppo sia chi fa figli, sia chi non li fa, generalmente prende la decisione pensando solo a se stesso e non al figlio quindi è quasi sempre una forma di egoismo: chi lo vuole lo fa per il bisogno di averlo o peggio perchè è uno status sociale imposto dal sistema, chi non lo vuole generalmente è per la carriera o la libertà.

    In realtà non ho mai sentito nessuno ragionare dal punto di vista del nascituro perchè in quel caso 1/10 dei bambini messi al mondo non sarebbero concepiti visto il futuro che li aspetta (in questo caso è giusto fare figli? parliamone). Chi invece può consentire un futuro decente che ne sa cosa può succedere? e se il bambino prende un cancro a 3 anni? e se facesse una vita di sofferenza?

    parlando dal punto di vista del bambino per me nascere è sbagliato, insultatemi ma la penso così e se posso tornare indietro non rinascerei anche se posso considerarmi fortunato per ora, ma poi? e se passerò anni in chemioterapia, o se avrò anni disastrosi? non nascendo eviti il problema in partenza. ritengo il pensiero di Arthur Schopenhauer il migliore (pur non condividendo ogni cosa).

    andate a dire alle persone in oncologia o alle miliardi di persone sfruttate ogni giorno per vivere una vita da galera se sono felici di essere al mondo…

    1. Caro Danilo,

      questa visione mi sembra fin troppo pessimistica perfino per me 😉
      Comprendo la tua posizione, ma credo che la vita valga sempre la pena di essere vissuta e che si possa trovare del bene anche nelle situazioni peggiori, che sembrano senza via d’uscita. Forse non per chi la vive in prima persona, ma magari per gli altri. Ci sono persone che si sono sacrificate per un bene più alto o per la salvezza di qualcun altro.

      Certo, la vita è piena di incertezze e le disgrazie che possono accadere sono terribili e infinite. Ma se ci facessimo fermare dalla paura di incorrere in malattie o persecuzioni ogni qualvolta dobbiamo prendere una decisione, probabilmente ci perderemmo quel che c’è di meglio nella vita. Ovvero: vivere. Questa almeno è la mia personale opinione, pur rispettando il punto di vista tuo e di Schopenhauer, di cui peraltro condivido molto.

  3. “nasce anche una serie infinita di ingiustificate aspettative nei confronti della creatura. Conosco madri che hanno comprato il tutù alla bimba o l’hanno iscritta all’asilo bilingue ancor prima che venisse alla luce. E padri che hanno regalato la moto, il pallone o la maglia da calciatore al figlio prima ancora che stesse in piedi sulle sue gambe.”

    A volte i genitori dovrebbero ricevere un supporto psicologico per loro stessi e per i figli, onde evitare di danneggiarli.

    “Persone intelligenti, curiose, premurose, empatiche. Sarebbero genitori perfetti ma si tengono per sé tutti i loro pregi. Potrebbero produrre e allevare cittadini modello, coscienziosi e capaci di rendere il mondo un posto migliore, ma si rifiutano di farlo. Condannandoci tutti quanti all’idiocrazia.”

    E dall’altra parte persone che figliano e… No comment. Ci vorrebbe forse un corso obbligatorio di civiltà e cultura, oltre che il supporto psicoterapeutico di cui sopra per chi intende riprodursi.

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